Domenica. D’istinto direi “santa Domenica!”, ma dopo una più attenta riflessione forse trasformerei l’esclamazione in un’imprecazione…
MALEDETTA DOMENICA!
Uno passa tutta una settimana ad aspettarla e poi invece è un giorno che fa schifo.
Per esempio: questa mattina alle ore 7: 58 quel trattore di mia sorella mi sveglia esordendo con un “soru mi accompagni?”. Ma dove? perché? Che ore sono? E perché chiami proprio me? Bah… non è proprio un bel risveglio domenicale, io però mi alzo e caccolosa di sonno mi vesto (senza lavarmi badate bene!) e salgo in macchina. Durante il tragitto riesco a formulare qualche domanda come per esempio: dove stiamo andando? Non molto lontano… 9 km.
Mi ritengo fortunata, ‘poteva andarmi decisamente peggio!’ – mi dico- in effetti a volte mi chiede di accompagnarla in capo al mondo!
Piano piano riesco pure a ricordarmi che le avevo promesso IO di accompagnarla al campo questa mattina… povera pazza che sono!!! Ma va beh, mi piace immolarmi per lei, almeno mi sento importante!
Insomma, appena mi ricordo che glielo avevo promesso comincio subito a riorganizzare i miei pensieri:
che faccio appena siamo arrivate?
Calcolo attentamente la quantità del mio sonno e la durata delle sue gare…. Pensare di aspettarla è impossibile, così dopo qualche millesimo di secondo, decido che la faccio scendere in corsa (tanto fa atletica, mica gli peserà fare due capriole sull’asfalto per scendere dalla macchina come nei films!) e poi torno a casa e….
MI METTO A DORMIRE.
A quel punto un sorriso furbo da orso yoghi (ma si scrive così) si riflette su tutti gli specchietti della Fiestina che ci trasporta… mia sorella capisce al volo e mi dice che se voglio faccio in tempo ad andare a casa a dormire. Che bello…
Alla fine decido di essere gentile e le risparmio i capitomboli… almeno rallento! J Lei scende, e io mi avvio verso casa decisa nel tornare il più presto possibile…
Stranamente dopo averla fatta scendere non riesco più ad accelerare… e la macchina non aveva nessunissimo problema…. Ero io.
La strada era vuota. Tutti i 9 chilometri tranquilli e pacifici. Scendendo dal monte verso al mia augusta dimora ( si, in pratica l’ho accompagnata su per i Castelli Romani) e mi accorgo che è proprio una bella giornata… abbasso il finestrino. L’aria è tiepida, c’è un bel sole.
Sono così intontita dal sonno e dal tepore che addirittura i ciclisti non mi danno fastidio. Generalmente divento una bestia; non sopporto quando si piazzano in mezzo alla strada in sciami e impediscono il sorpasso. Se non fossi sempre in ritardo, forse di questi signori non mi importerebbe nulla, ma visto che io vivo 10 minuti indietro, spesso i ciclisti vorrei farli fuori con un lanciafiamme!
Oggi no, ne ho incontrati un po’, ma praticamente andavamo alla stessa velocità:10 km/h. J
Ho notato che un sacco di casette qua in torno hanno giardini fioriti… si, vivo ai confini della campagna, come dire, nel limbo della periferia schiacciata tra i prati e la città ( quale delle due parti sia il paradiso è del tutto soggettivo) . Dalle ringhiere si affacciano cespugli enormi di rose rosse che fanno un contrasto stupendo con il verde brillante delle foglie delle siepi di rincospermo (colori complementari). Le margherite gialle e i papaveri stanno di nuovo tra le spighe ai bordi della strada e poi… e poi ho visto una cosa favolosa… ma per far si che si capisca devo premettere che ho una mania:
Adoro le vigne.
Mi esalto quando vedo i filari scorrere uno dopo l’altro dal vetro della macchina. Ho addirittura una vigna preferita. Non so di chi sia, ma è bellissima… sta aggrappata sul fianco di una collina e tutt’intorno ci sono gli ulivi. Posso solo immaginare oggi quanto sia bella “la mia” vigna…
Ma ne ho vista un’altra oggi; meravigliosa, interminabile…. La conoscevo già ma non me ne ero mai innamorata. Costeggia un rettilineo che sembra tagliare in due il mondo e poi scavalca una mezza collina e scompare… da una parte c’è un ponte altissimo ad arcate di pietra su cui passano i treni (le ferrovie dello stato purtroppo… se io sapessi che là su passano quelle vecchie locomotive a vapore sarebbe tutto molto più bello), e dall’altra una cascina un po’ nascosta che penso sia tipo agriturismo o enoteca… ad ogni modo vigna, ponte e cascina con un bel cancello, oggi mi sono sembrati bellissimi!
C’ho messo un casino a tornare a casa… ho pure notato che fuori dalla chiesa, la domenica mattina, c’è ancora il tipo che vende oggetti in vimini come tanti anni fa… mi sono accorta che io non vedevo una domenica mattina da tanti e tanti e tanti anni….
Comunque: appena tornata a casa m’è sembrato fosse troppo tardi per rimettermi a dormire così ho sistemato la camera (questo è quello che credono i miei) e poi sono uscita sul balcone con ancora i biscotti della colazione tra i denti (che schifo! Ma giuro, tra un po’ vado a lavarmi!) per controllare la mia creatura adorata… il mio bonsai! L’ho annaffiato, potato, vaporizzato, sistemato, pettinato ( il muschio si pettina!!! Lo sapevate?)e per un po’ sono rimasta ad adorarlo…
Se avessi avuto pure due vacche sicuramente sarei andata nel fienile e le avrei curate. Mi sento davvero molto bucolica oggi… J ma il nostro appartamento al secondo piano però non ci consente la stalla…. Va beh, sono riuscita ad avere la serra, devo accontentarmi!
Insomma la felicità stava per farmela proprio sotto il naso. Avrei potuto crogiolarmi in questa condizione ma… come un fulmine a ciel sereno un pensiero:
DOMANI E’ LUNEDI’!
Quindi dovrò alzarmi presto andare all’università e studiare. Dovrò dimenticare le mie belle vigne e il mio bonsai. Gli uccellini cinguettanti e le giornate tiepide…
Un terribile senso di angoscia si è impossessato di me…. Domani è lunedì e tra poco la mia favolosa anomala domenica sarà finita….
È per questo che odio le domeniche. Perché pensi sempre che il giorno dopo è lunedì.
Amo il sabato per questo, perché aspetti la fantastica domenica. Lo so,è idiota perché potrei più semplicemente godermi la domenica e non pensare a domani, ma sono cresciuta con una visione leopardiana della vita e l’istruzione liceale ha decisamente fomentato questa mia inclinazione…
Oggi -esattamente come ne “il sabato del villaggio” di Giovannone Leopardi-
è domenica e io già non vedo l’ora sia di nuovo sabato per poter aspettare la domenica… una domenica di merda come al solito!
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