Domenica -come QUASI tutte le domeniche- mi sono intrappolata dentro la maglietta-divisa del negozio di sport in cui lavoro e mi sono diretta allegra e pimpante verso quell’odioso piccolo insulso bancone ricoperto di magliette dietro cui lavoro.
Ovviamente prima mi sono premurata di racimolare i residui del bonus settimanale di gentilezza per poi d’elargir sorrisi ai mal capitati che per i miei principali sembrano clienti, ma che io, da modesta commessa popolana, riesco a riconoscere per quello che sono: poveri cristi che vengono nel centro commerciale a prendere un po’ d’aria condizionata senza la minima intenzione di comprare alcun che.
Passo le mie domeniche nella solitudine delle mie scarpe che verso le quattro diventano insopportabilmente strette, perdendo la mia integrità mentale grazie alle canzoni di Nek e Laura Pausini che su RDS mandano a ripetizione, rompendo le palle alla gente che è evidente che vuole SOLO DARE UN’OCCHIATINA.
Ma pure questo mi aiuta a fare le ossa… (le mie ginocchia peste non sono tanto d’accordo ma credo questo sia un particolare trascurabile.)
Imparerò l’arte Macchiavelica del simulare e dissimulare, necessaria qualsiasi cosa sceglierò di fare nella vita, ma soprattutto riuscirò a riconoscere un paio di jeans falsi a colpo d’occhio e saprò distinguere una maglia XL da XXL! O si, questa è vita….
Ma domenica scorsa è stata diversa dalle altre giornate, avevo trovato un motivo per sopportare la gente sudata nei camerini e la prassi noiosa, perché sapevo che alla fine avrei incontrato Martina… la migliore amica che ho perso e non so spiegarmi perché.
Forse sono state le sue crisi esistenziali profonde, la mia incapacità di capire alcuni segni, un ragazzo, la scelta dell’università e lo smembramento della squadra di basket che ci hanno allontanate. Forse questo, o forse predisposizione….
Tutto questo comunque ci ha portato a un piccolo litigio che mi ha fatto stare male come nient’altro al mondo seguito da una riappacificazione liberatoria… da lì però abbiamo cominciato a non chiamarci più e a vederci 3 volte l’anno.
Sono sue anni che è così. Prima di diventare due perfette estranee che si salutano con un “mi raccomando fatti sentire!” eravamo davvero culo e camicia.
Con lei cacchio, ho condiviso tutto…pure le mutande! Lei è la cosa migliore che mi sia capitata…
Dopo due anni che in pratica non la vedo, ancora riesco a considerarla un motivo valido per arrivare a fine giornata. E davvero ora non la sopporto. sono mesi che è così.
Appena l’ho vista, però, mi si è gelato il cuore. Il mio angelo… più magra e con i capelli più corti, ma inequivocabilmente lei… d’istinto l’ho abbracciata incastrando un abbraccio che definire incerto è davvero poco. Un abbraccio così a chi mi capiva con uno sguardo….
La serata è scorsa tranquilla e pacifica in compagnia di due nostri cari amici. Ogni tanto la fissavo per assaporare tutti quei suoi gesti involontari, rituali che io ho amato e amo ancora.
Le conversazioni erano ben lontane dalle metafore che mettevamo su per descrivere i nostri più profondi stati d’animo, ma io le voglio ancora bene…
Questo è perché io non riesco ad arrendermi davanti al presente, o al passato, chi lo sa.
Lei ora sembra un’aristocratica snobbettina un po’ frivola e viziata. Lo era pure prima però a me piaceva da pazzi… strano.
Io ora pure sono diversa… non so dire come però. Probabilmente sono meno tollerante di prima. Riuscivo ad amarla di più. Ora certi suoi capricci del tutto leciti mi fanno saltare i nervi.
Siamo diverse e basta.
Come mi si stringeva il cuore a far certi discorsi vuoti sulla rinoplastica e sul “punto di blu” del completino maschile da calzedonia…!!
Perché amarla ancora e stare tanto male senza potervi rinunciare?
Perché non so arrendermi al presente, o al passato; davanti all’evidenza di quanto mi ha dato non posso fare a meno di guardarla ancora come una regina.
Mi si piantavano in petto mille lance ogni volta che apriva bocca…
Oggettivamente non la sopporto.
Il presente consiste in un totale disinteresse per una persona che tiene l’aria condizionata a 12 gradi per poter dormire con il piumone in piena estate. Forse mi piaceva di più la ragazza che combatteva con le zanzare e la sabbia in un letto smollato su cui abbiamo dormito un’estate intera.
Forse perché lei è cresciuta e a me piace ancora fare i castelli in riva al mare?
Non la sopporto perché ora mi parla di punti di blu, invece prima mi chiamava per dirmi che sentiva un nuovo punto nel cuore. Che era una cosa seria… no da diario di terza media!
Non riesco ad arrendermi all’evidenza che io non ho niente a che spartire con una così. Perché io l’amo ancora. Perché un’amica non può morire così. Per me lei sarà sempre un faro. Come le ho detto milioni di volte…. Forse non se lo merita o forse me lo invento.
L’ho salutata con una frase insulsa del tipo “non perdiamoci di vista angelo mio” e ci stavo male e bene insieme. Anche ora sto male e bene. Se la penso sorrido…
Con tutto il male che mi fa sapere che ci siamo divise…
Ho scritto per non dimenticarmi che ho scoperto di non sapermi arrendere all’evidenza se quest’evidenza non mi piace…e poi perché qui, nella finta costruzione della vera me,
lei assolutamente non può mancare.
Ecco a voi la causa della mia pazzia e della mia intelligenza… ossimorica e vera.
Vi presento Martina. Vi presento me.
Se c\’è una cosa di cui sono convintissima è che l\’amicizia può esistere in tutte le "variazioni" possibili immaginabili, ma quella più improbabile è senza dubbio quella tra donne che hanno superato i 20. E i motivi sono esattamente quelli che emergono dalla tua descrizione della fantomatica Martina: a un certo punto diventa pesantissimo tollerare le differenze che inevitabilmente si formano con l\’età. Non so perchè la stessa cosa non succede ai maschi… grrrr! Tra donne è sempre la stessa cosa: a un certo punto scatta il confronto, la competizione, e ritrovarsi è un\’impresa sovrumana. Pensa che, tra una cosa e l\’altra, ora le mie migliori amiche sono quelle con cui ci si può vedere pochissimo, non quelle che pinzo tutti i giorni all\’università o in palestra! Guarda, secondo me, paradossalmente, è più semplice l\’amicizia tra uomo e donna… almeno per quanto mi riguarda è così!
salve, ti presento una camicia di forza! 😉 eheheh… scusa Ste, non ho resistito 😛 A parte gli scherzi è stato interessante sentire ancora parlare di questa tua amica dopo tanto, l\’ultima volta che me ne parlasti fu… be\’… tanto tempo fa! ;P Però vedo che le cose non cambiano! E vabbè, come al solito è sempre così, prendere o lasciare… uff! Mikele.
Scusa piccola non ho potuto salutarti ieri…Veramente non ho capito a cosa ti riferivi….. comunque mi appunto le cose più interessanti e mi fai sapere.mi mancherai …. per farmi perdonare il mancato saluto passo lo stesso ogni giorno di qui a cominciare da oggi ……….-10
Non so, a me sembra, da come ne parli, che la tua sia amicizia a senso unico. E, (magari la mia interpretazione è sbagliata), tu per lei sei sempre e solo una dama di compagnia. Il punto è che l\’amicizia si basa su cose da condividere insieme, voi, invece, state andando in direzioni opposte.
Pensavo alla triste storia delle foglioline di baby spinach, che così cicciottine e gaie venivano cmq trangugiate da me e il mio compare di casa, quando mi sei tornata in mente. Non ricordo bene come sia passato dalla domanda "ricordi i tempi in cui un\’insalata era solo un contorno..?" ai tuoi post nel sito del messere centoseienne. Fissando quelle baby fogliole ripensavo al dramma di morire vivendo per abbandonare le sofferenze, alla contraddizione di vivere intensamente ogni singolo minuto della propria esistenza e di cercare nella morte il sollievo dalle pene della vita. Ho divagato poi su pensieri circa il "male di vivere" e sul se fosse opportuno o meno porsi questioni che da millenni tutti già si pongono senza trovare risposta. I baby spinach mi hanno in qualche modo illuminato..Cinicamente, è assolutamente inutile e scontato tutto quello che diciamo, pensiamo, facciamo: è cmq un ottimo tramite per la conoscenza di nuove realtà, nuove situazioni (leggasi, nuove persone delle quali si possono esplorare le profondità dell\’anima). E se il fine ultimo della nostra esistenza è la procreazione, quanto utile ci viene scervellarsi su questioni che tireranno in ballo altre persone, che ti faranno avvicinare altre animucce tendenzialmente più adatte a te, consone a diventare tuoi mariti o i padri dei tuoi piccoli baby spinach..Deve esserci qualcosa per dio, per giustificarci, per saziare la voglia di riempire ogni momento..-alexps: ma tu ogni tanto ridi (non fosse già per i clienti a caccia di frescura)?
Ciao (-9)
per un punto mi stavo commovendo perchè stavo pensando che la stessa cosa o simile, accadrà a me e alla mia migliore amica diciamo..che già la storia si sta evolvendo e gli incontri diradando e i racconti della sua vita se ne vanno..ieri ho scoperto che ha un ragazzo nuovo da un mese e io non lo sapevo per farti un\’esempio..pare incredibile..poi sul "vi presento me" si è capovolto tutto..
Ho dato uno sguardo al tuo blog…figo!!Complimenti!
hei (-8)
ieri ho avuto un cottrattempo oggi vale doppio…. (-7;-6)
giro di boa…. (-5)
… e finalmente vado in vacanza anche io! Ci vediamo a settembre! Gis
e… SORPRESA! riesco a ritagliuare cinque minuti dalla mia giornata lavorativa per vedere che tanti mi hanno scritto… arthur grazie! dai, tra pochi giorni torno e vioi sparo qualcosa di scritto allegro se ci riesco… sono stancaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!un bacio a tutti! torno a vedere i miei giovini… baci!
eh sì… le vacanze sono una fatica immane, cara stefania!!!! non vediamo l\’ora che ci racconti… intanto ecco qualcosa per il tuo ritorno:sto vagando in un pomeriggio assolato, in cerca di roba da indossare per il mare…per fortuna nell\’ipermercato l\’aria è da surgelati!… oh, ecco qualcosa che mi pare faccia a caso mio!! deliziosa maglietta… entro qui…sport&sport… fantasiosi già nel nome, da queste parti! ma dove sono le commesse?? ah, eccola… oddio che sguardo torvo… – buonasera signorina…- leggo il cartellino che ha appuntato alla maglietta – … stefania – le faccio un sorriso… desidero provare la maglietta gialla che ho visto nella vetrina d\’ingresso…noto il suo disappunto e la sua insofferenza nei confronti del mondo intero…- stella, hai le paturnie stasera?… penso tra me e me…senza neanche guardarmi mi dice – della sua taglia non è rimasto niente! intanto passa da un piede all\’altro… è evidente il fastidio alle estremità degli arti inferiori!!!rimango perplessa per un attimo brevissimo… perchè una che è leggermente sovrappeso deve rinunciare ad una maglietta gialla, che potrebbe farla sembrare una pallina rotolante nel sole? maturo velocissimamente la mia strategia d\’attacco… – signorina, non è per me…- le sparo sorridendo – ma per la mia nipotina… ecco fatto… così sarai costretta a mostrarmela, la maglietta! e le faccio tirare giù mezzo negozio… non mi pare vero! vendetta, atroce vendetta! come kalì sono appagata del sangue versato… con un sorriso saluto la malcapitata ed esco senza aver acquistato nulla…non sono così carogna, dolcissima e, soprattutto, non sono in sovrappeso!!! però chissà quante palline di questo genere ti saranno capitate nella tua carriera di vendeuse!a proposito, poi, di amiche… spesso abbiamo l\’impressione che siano loro a cambiare nei nostri confronti. e se fosse, invece, l\’esatto contrario? e se loro avvertissero il distacco e per una strana forma di " protezione " verso se stesse si atteggiano a scettiche? quando mi succede mi piace pensare che, come tutte le cose della vita, ci sono dei limiti entro i quali si svolge l\’azione: è come a teatro quando si prova uno spettacolo… in un certo momento tutti gli attori sono nella comune per la lettura collettiva… poi ognuno esce con una acquisizione momentanea o perenne di quanto ha fatto e detto… si può dimenticare, dopo che la compagnia ha completato la tourneè, o si può ricordare come un\’esperienza importante… dipende dallo spettacolo, dipende da quanto le parole recitate siano diventate tue, dipende dalla tuà abilità nel recitare la parte che ti è stata assegnata…se hai brillato come sei in grado di fare, a volte, difficilmente il distacco viene salutato dal pubblico come qualcosa di liberatorio…ma anche se sei un guitto la traccia di te rimane… ed emerge a caso, in un momento qualsiasi, quando lo spettatore dice ad altri… – ti ricordi?…AMICIZIA. Può essere ormai sopravvenuta l\’indifferenza, l\’insidiosa monotonia, l\’incertezza che rode le cose che si svolgono, ma da quando avvenne l\’incontro, quel qualcosa che stabilì un\’amicizia non si interruppe. Avvenne come se si schernisse il tempo e il ricordo vi rimarrà legato per sempre. Lo statuto dell\’amicizia è dato dal ricordo. Ciò che si svolge tra due amici ha bisogno di essere trascorso per diventare a far parte di questo rapporto. Fin dal momento in cui un\’amicizia comincia, i due amici vivono di ricordi. Non è nemmeno trascorso un istante che già tra loro si interpone il ricordo, tenero e soffuso. Vivono mutuamente, due amici, ognuno dell\’idea dell\’altro. Chiameremo amicizia questo avere a che fare ciascuno con l\’idea dell\’altro anche se è qui, a due passi. Perchè allora il tempo trascorrerebbe come un\’inezia? Perchè esso non corroderebbe il rapporto? Perchè il suo veleno sarebbe impotente? ( Manlio Sgalambro – Del pensare breve )Bentornata.
eh da dove sbuchi tu?…. ma una promessa è una promessa per cui (-4)Ps qualcosa di allegro…. ci conto
Riguardo a quanto scrivi in quest\’intervento credo che niente di più di quanto citato dalla cara "pallina da tennis" qui sotto possa essere aggiunto….(-3)
perdinci, ho dimenticato di dirti ancora, l\’altro giorno… ( sei sempre la solita, virginia! ) non sarò martina, mi rendo conto, tuttavia… you\’ve got a friend!!!e nonostante lo scetticismo delle più, all\’amicizia e alla complicità tra due donne io credo ancora – e molto… smack baby
Uff abbiamo quasi finito…. (-2)
Attendiamo frementi i tuoi racconti allora, nell\’attesa :bentornata!